Adozione e Scuola

giovedì 22 dicembre 2016

Salto di classe? (2)

ADOZIONESCUOLA ha bisogno del tuo aiuto. Leggi QUI

Il post precedente (sull'opportunità di effettuare o meno "salti di casse" da parte dei bambini con buone capacità cognitive che hanno iniziato in ritardo la scolarizzazione) ha suscitato parecchi commenti e testimonianze postate sul newsgroup Adozionescuola. Ne riporto qui gli aspetti salienti, che evidenziano come sia opportuno procedere con cautela, considerando non solo l'aspetto cognitivo ma anche quello emotivo e prestando grande attenzione alle caratteristiche peculiari di CIASCUN bambino.

… Non ho esperienza specifica sulla questione, ma davvero mi pare che tu abbia valutato tutti gli elementi da considerare, compresa l'importanza di cercare di cogliere anche il punto di vista del bambino, sia interpellandolo in modo esplicito, sia "leggendo" con attenzione tutti i segni che può dare… Paola P.

… Sono una madre adottiva ed un'insegnante che ha avuto in classe un'alunna adottata che è stata inserita in prima, pur avendo l'età per la classe seconda. La bambina si era ambientata bene e non ha mai avuto difficoltà, anzi era davvero brillante e molto più autonoma di molti suoi compagni di classe. 
Ora ha 15 anni, continua ad essere una brava studentessa, non ha mai fatto il "salto" di classe pur avendone la possibilità e le capacità e sta bene con i compagni (informazioni che acquisisco continuamente sia dalla ragazza che dai familiari).
Credo che fare ulteriori cambiamenti, quando tutto procede bene, non sia la scelta migliore... Se invece fosse il bambino stesso a chiedere di cambiare perché non bene inserito con compagni più piccoli e avesse le capacità cognitive per fare il salto, allora potrebbe aver senso modificare la situazione, valutando bene, però, la tipologia della nuova classe: il numero degli alunni, eventuali situazioni difficili presenti, le insegnanti di ruolo o supplenti ... e tante altre variabili che i docenti possono valutare nello specifico… Gabriella C.

… Mi sono trovata esattamente nella stessa situazione da voi descritta.
Mia figlia giunta in Italia all’età di 7 anni, l’ho iscritta in prima elementare, d’accordo con il maestro di valutare passo per passo la situazione. Giunti a Natale, il maestro ha ritenuto opportuno dare a mia figlia dei compiti aggiuntivi, in quanto aveva ravvisato in lei la possibilità di superare i programmi didattici previsti. In conclusione mia figlia al secondo quadrimestre è stata inserita nella classe successiva. Lei stessa ha scelto con quale insegnante andare, dal momento che avevano preparato la recita di Natale insieme alle altre classi di seconda.
Le considerazioni che abbiamo fatto sono state in merito alla sua grande volontà di “farcela"; alla particolare predisposizione alla socialità ed infine alla sua crescita fisica e cognitiva che andava ben oltre la media della classe per la presenza di un buon numero di anticipatari.
Adesso mia figlia frequenta la prima media con successo soprattutto in italiano, per la matematica presenta sempre le stesse difficoltà incontrate anche alle elementari ma si tratta più di un problema legato ad una predisposizione attitudinale e lo sta affrontando e superando con l’aiuto di un tutor. Direi che il bilancio è positivo… Alessandra D.

… E' una scelta importante che solo le maestre con la famiglia e il bambino possono fare. In certi casi funziona e per il bambino è una grande soddisfazione perché il gruppo dei pari è importante e sentirsi al pari degli altri gratifica... tenerlo in una classe con minori stimoli potrebbe essere controproducente perché si perde la curiosità e la voglia di farcela... Irene F.

... Condivido le riflessioni fatte sugli aspetti cognitivi e relazionali; vorrei aggiungere qualche parola sull’emotività dei nostri figli (sono una mamma di due ragazzi ormai adulti).
Penso sia molto importante chiederci se il nostro desiderio di “normalizzazione” e il loro, di “essere come e più degli altri” -per non deluderci, per sentirsi accettati e amati-, non possa avere su di loro delle ricadute negative gravi. Ecco perché vorrei ricordare il monito di Johanne Lemieux:
“Attenzione alla sindrome del boeing 747 con motori di un Cesna. (…) Alcuni bambini non hanno problemi di apprendimento o di comportamento. Saranno piuttosto quelli che i professori qualificano come bambini “perfetti”. A scuola sono calmi e docili. Lavorano molto, riescono bene, sono bravissimi in tutto ciò che fanno, esigono molto da se stessi. Dunque questi bambini non hanno danni neurologici che gli causino difficoltà d’apprendimento.
I genitori sono in genere rassicurati e fieri. E visto che il bambino impara così facilmente, perché non fargli studiare piano, balletto, ginnastica ...
All’ improvviso, il bambino perfetto si mette a fare delle crisi. All’inizio non a scuola, ma in casa? Torna di cattivo umore, fa i compiti piangendo, dice che è imbranato e non capace, cancella e ricomincia tutto ciò che ha scritto, non accetta un solo errore o un voto meno alto del solito, dorme male la sera prima degli esami, ha mal di pancia e vomita la mattina dell’orale ...
Ecco quello che succede a molti bambini adottati: hanno grandi capacità di adattamento e buone capacità intellettuali. Ciò gli conferisce un aspetto esteriore solido di grosso vettore: una carlinga di aereo 747. Genitori e professori vedono solo questo aspetto intellettualmente molto dotato e pensano di far bene spingendolo al massimo. Però sono bambini che hanno paura del rifiuto, dell’abbandono, paura che se non sono perfetti saranno amati di meno o peggio si vorrà “rispedirli in Cina”, come mi ha confidato una bambina di origini cinesi. E allora cercano con forza di rispondere alle aspettative del loro ambiente fino allo sfinimento fisico ed emotivo.
Quando l’aereo minaccia di schiantarsi e non funziona più bene, l’ambiente non capisce. Ma ciò che si ignora troppo spesso è che sotto questa “carlinga” performante si nascondono “due piccoli motori di Cesna”. Guardando meglio, ci si accorge che il bambino ha capacità cognitive sopra la media, ma capacità emotive sotto la media della sua età. E’ più immaturo sul piano emotivo, più ansioso, deve dispiegare più sforzi per raggiungere il livello che lui pensa si esiga da lui.
Questa pressione può manifestarsi sotto forma di malattia psicosomatica: mal di pancia, eczema, crisi d’asma, cefalea o come ansie di prestazione o di separazione che provocano insonnia, grande irritabilità e crisi di “nervi” a non finire.
Dobbiamo quindi conoscere bene il nostro “modello d’aereo” prima di chiedergli di volare da Chicago a Tokyo, e senza scalo”.

Johanne Lemieux, Il bambino adottato a scuola: 12 consigli per un vissuto scolastico riuscito. Il testo completo è reperibile sul nostro sito http://www.spazioadozione.org/ alla voce “Scuola”. Fausta M.

…sotto questa “carlinga” performante, si nascondono “due piccoli motori di Cesna”.Questa frase è illuminante!
Noi abbiamo dovuto "scendere" di qualche gradino nella, diciamo così, pretesa scolastica (da liceo a triennale professionale, per inciso) perché nostro figlio fosse più sereno, o almeno un po' più sereno.
Col senno di poi, sarebbe stato meglio non salire di uno per scendere di due, certamente la sua autostima non ne ha giovato. Ma adesso sta meglio.
Attorno a noi vedo tante situazioni come la nostra, ragazzi brillanti che, soprattutto con l'avvento dell'adolescenza, non reggono più i ritmi che poco prima affrontavano senza fatica; il rischio è l'abbandono scolastico.
Se i genitori mi chiedono, io consiglio di abbassare l'asticella delle pretese, che non vuol dire per forza cambiare indirizzo scolastico... Anna F.

… Ho apprezzato particolarmente la citazione che riporta Fausta; anche noi ne abbiamo preso atto un po’ a tradimento. Sono mamma di due bambini adottati a due e tre anni e mezzo, ora di 16 e 12, con due situazioni di partenza opposte e percorsi opposti.
Il più grande sembra ritratto nella citazione; direi che le “crisi”, arrivate puntualmente, ma a cui noi eravamo preparati solo in parte, non sono tragiche, ma sono comunque momenti di passaggio e di notevole sofferenza, per tutta la famiglia. Avere ben presente di doversi adattare e accompagnare i cesna travestiti può senz’altro aiutare a sostenerli senza mettere ulteriori carichi. Nella scelta tra serenità e prestazione, noi non abbiamo dubbi a favore della prima; in certi casi la scelta è piuttosto semplice se le caratteristiche di nostro figlio sono più evidenti da subito, come nel caso della nostra seconda con difficoltà varie. Nel caso dei cesna travestiti è più difficile perché oltre a non riconoscerli ci si trova a dover indovinare dove posizionare l’asticella per farli stare bene, non chiedere troppo, ma neanche troppo poco sminuendo le loro capacità. Lo snodo emozionale e affettivo a me pare quello più critico e che richiede più attenzione.
Per tornare alla mail iniziale sul salto di classe, condivido in pieno tutti i commenti e aggiungo una mia opinione (non di esperta): se si possono rendere un po’ più facili le cose su un fronte, magari si liberano risorse per affrontare difficoltà che si manifestano su altri piani…Michela G.

L'argomento è importante. Ulteriori commenti saranno graditi!

Livia Botta

mercoledì 14 dicembre 2016

Salto di classe?

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Un altro argomento interessante emerso durante un recente incontro di formazione, che pongo alla discussione: un alunno ha iniziato la primaria con un anno di ritardo perché, adottato a sette anni, si è ritenuto opportuno fargli iniziare il percorso scolastico dall'inizio. Poiché il bambino si è rivelato nei primi anni di frequenza molto pronto nell'apprendimento e tra i "primi" della sua classe, i genitori chiedono ora un salto di classe, affinché possa proseguire il percorso scolastico con i pari d'età. Le insegnanti si interrogano: questo salto è opportuno per il bambino?
Nella discussione emersa nel gruppo di formazione si sono considerati diversi aspetti, tutti importanti. Il salto di classe è certamente possibile, e sarebbe segno di un'attenzione mirata ai bisogni e alle capacità del bambino. E' necessario tuttavia valutare accuratamente diversi aspetti prima di decidere.
Il bambino ha veramente le capacità (logiche, linguistiche, espressive...) perché questo passaggio non gli sia troppo gravoso dal punto di vista cognitivo? Questo aspetto può essere valutato solo dalle insegnanti. Ritengo che il passaggio andrebbe realizzato solo se si ritiene - con pochi margini d'incertezza - che il bambino sarà in grado di seguire agevolmente e serenamente i nuovi programmi, solo con un po' di fatica in più, senza dover "arrancare" troppo per stare al passo con la nuova realtà. Teniamo presente quanto il "riuscire" a scuola faccia bene al senso di sé dei bambini! Proporre a un bambino di saltare una classe perché le sue capacità cognitive glielo consentono è una bella spinta all'autostima, ma potrebbe trasformarsi in un boomerang se nel nuovo contesto le difficoltà diventano troppe!
Altra questione importante riguarda l'aspetto relazionale. Far parte di un gruppo di pari stabile nel tempo, non vivere troppi cambiamenti di insegnanti e di stili educativi è importantissimo per tutti i bambini, ma ancor più per gli adottati. Se si decide per un salto di classe, è allora necessario che il passaggio sia graduale e che il taglio non sia netto: cominciare a inserire il bambino in corso d'anno, per qualche attività, nella classe che lo accoglierà l'anno successivo; pensare a qualche iniziativa che gli consenta, successivamente, di mantenere i contatti con i compagni e le insegnanti "di prima". 
Se però il bambino è ben inserito nella classe attuale, ha un buon rapporto con insegnanti e compagni, e ottiene buoni risultati che rafforzano la sua autostima, valuterei con molta cautela la scelta di "tirarlo fuori" da questa realtà positiva e tranquillizzante. Questo aspetto andrebbe discusso con i genitori, che a volte tendono a vedere solo una faccia della questione e a premere per una "normalizzazione" della situazione scolastica del figlio che potrebbe non essere la migliore per lui. 
E poi ancora:
Sondare cosa ne pensa realmente il bambino, se desidera e si sente pronto per questo passaggio...
Se si decide questo salto, quale classe della primaria è più opportuno saltare...
Mi fermo qui, in attesa delle vostre riflessioni e - se ci sono - di esperienze al riguardo.

Livia Botta

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mercoledì 23 novembre 2016

ADOZIONESCUOLA ha bisogno del vostro aiuto

Come molti di voi sanno, AdozioneScuola è un sito internet, affiancato da questo Blog e da un Gruppo di discussione, che da anni approfondisce in modo interattivo le diverse tematiche relative al successo scolastico dei bambini e ragazzi figli adottivi. Potete accedere al sito www.adozionescuola.it per conoscere la storia del Progetto e le attività realizzate fino ad oggi.
Nato nel 2010 come espressione del progetto di Ricerca e Formazione AdozioneScuola, dal 2012 il sito è gestito da me in prima persona, con la collaborazione - saltuaria ma preziosa - di alcuni insegnanti, genitori, studenti e tirocinanti.

Il sito è autofinanziato e realizzato con lavoro volontario. Né sul Sito né sul Blog è presente pubblicità.
Poiché vogliamo continuare a rappresentare anche in futuro un utile punto di riferimento per docenti, genitori, operatori dell’adozione chiediamo ora un vostro contributo. Ci servirà non solo per sostenere i costi di gestione del sito, ma soprattutto per riorganizzarlo in modo più funzionale ed ampliarne i contenuti.

Abbiamo pertanto lanciato una raccolta fondi tramite “Produzioni dal Basso”, offrendo in cambio una ricompensa. Chi verserà almeno 10 euro riceverà a inizio gennaio “LINEE D’INDIRIZZO ALUNNI ADOTTATI: ISTRUZIONI PER L’USO”, un file di una trentina di pagine in cui sono illustrati in dettaglio i contenuti salienti delle Linee d’indirizzo, con particolare attenzione alla loro declinazione operativa e ai compiti richiesti ai diversi soggetti (insegnanti, docenti referenti, famiglie, operatori del post-adozione) in un’ottica di rete.
Chi verserà almeno 20 euro, oltre a ricevere il file sarà inserito nell’elenco dei sostenitori del sito e delle attività di AdozioneScuola.

Questo è il link a partire dal quale potete fare il vostro versamento:

Se preferite contribuire con altre modalità (contanti, versamento di somme collettive) scrivete per accordi a botta@adozionescuola.it.

Siate generosi! Col vostro aiuto riorganizzeremo e gestiremo meglio il sito e lo arricchiremo di contenuti. E non è escluso che si riesca ad organizzare qualche iniziativa collaterale. Ne daremo tempestiva informazione a tutti i sottoscrittori.
Fate girare l’informazione tra i vostri contatti. La buona riuscita di questa raccolta fondi dipende dalla sua diffusione tra il maggior numero di persone possibile.
Grazie a tutti

Livia Botta

venerdì 11 novembre 2016

Altro documento su affidamento e scuola

Ci è stato segnalato un altro importante documento che tratta dell'inserimento scolastico dei minori in affidamento familiare: "Parole nuove per l'Affidamento Familiare. Sussidiario per operatori e famiglie", a cura del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dell'Università degli Studi di Padova.
Si tratta di un corposo volume che ffronta i diversi aspetti dell'affidamento familiare, con un capitolo dedicato espressamente all'inserimento a scuola.

Livia Botta
www.liviabotta.it
www.adozionescuola.it

lunedì 7 novembre 2016

Ancora su scuola e affido

Una lettrice di questo blog ci segnala un'interessante pubblicazione a cura della provincia di Bergamo "Affidamento familiare a scuola. Orientamenti per scuole, famiglie d'origine e affidatarie, servizi sociali, servizi affidi e reti familiari".
Il testo tratta le questioni che caratterizzano l'affido familiare nel rapporto con la scuola, mette in evidenza i bisogni delle famiglie e degli insegnanti e definisce strategie condivise, anche con riferimenti a materiali e percorsi già sperimentati.
Può essere un buon riferimento per chi intende occuparsi della problematica.

Livia Botta
www.liviabotta.it
www.adozionescuola.it

giovedì 3 novembre 2016

Alunni in affidamento familiare

Durante una recente iniziativa di formazione è stata posta la domanda: è bene/è possibile che il docente referente per l'adozione si occupi anche degli alunni in affido?
Penso che si tratti di un interrogativo d'interesse generale.
Da un punto di vista normativo, questa estensione non è prevista. Le Linee d'indirizzo riguardano infatti solo gli alunni figli adottivi (e l'attenzione è soprattutto per i minori giunti in Italia per adozione internazionale, che senz'altro richiedono attenzioni mirate). Pertanto le misure previste per questi alunni (particolari attenzioni all'avvio della scolarizzazione, ecc.) non possono essere estese ad altri soggetti.
Ci sono tuttavia una serie di questioni - affrontate anche dalle Linee d'indirizzo - che sono senz'altro trasversali alle due condizioni. Mi riferisco ad esempio alle indicazioni per affrontare in classe temi delicati come l'approccio alla storia personale e alle origini, o il tema della famiglia nelle diverse declinazioni caratteristiche della società odierna. Mi riferisco al modo di accogliere in classe le narrazioni spontanee dei bambini. Penso anche a eventuali trascuratezze nella prima infanzia che possono incidere negativamente sulla disponibilità/possibilità di apprendere di alcuni degli alunni in affido, così così come di parte degli alunni figli adottivi.
Ritengo pertanto che - limitatamente a questi ambiti che sono comunque estremamente importanti - il docente referente per l'adozione potrebbe rappresentare un punto di riferimento sia per i colleghi che per le famiglie affidatarie.
Sarebbe interessante conoscere se ci sono esperienze in merito.

Livia Botta
www.liviabotta.it
www.adozionescuola.it 

martedì 30 agosto 2016

Settembre: si ricomincia

Dopo alcuni mesi di silenzio, riprendo a pubblicare sul blog, per prima cosa augurando alle/agli insegnanti una ripresa delle incombenze scolastiche non troppo gravosa.

Vi presento poi le mie proposte di formazione per l’anno scolastico che si sta avviando. Le trovate declinate per esteso sul sito www.adozionescuola.it. Qui ve le illustro brevemente. 
“ALUNNI ADOTTATI IN CLASSE: CONOSCERE LE LINEE D'INDIRIZZO” e “ADOZIONE E ADOLESCENZA. UNA PROPOSTA PER LA SCUOLA SUPERIORE”: si tratta di un percorso di formazione sulle LINEE D’INDIRIZZO articolato per due diversi destinatari: i docenti degli Istituti Comprensivi (con una particolare attenzione quindi all’accoglienza e alle fasi iniziali della scolarizzazione) e i docenti delle superiori (con particolare attenzione alle problematiche psicologiche e relazionali degli adolescenti adottati)
"LA RETE CHE AIUTA. SEMINARIO DI 2° LIVELLO": Si tratta di una formazione sulle LINEE D’INDIRIZZO pensata per docenti referenti, operatori dell’adozione, referenti di enti e associazioni, in cui si punterà l’attenzione sui compiti dei diversi soggetti coinvolti e sulle reciproche interazioni.
    "LA FATICA D'IMPARARE DEGLI ALUNNI CON STORIE DIFFICILI": un percorso di formazione non specifico sull’adozione, di taglio insieme psicologico e pratico, per comprendere le influenze sull’apprendimento di esperienze infantili avverse e individuare le migliori strategie per farvi fronte.
Trovate sul sito www.adozionescuola.it maggiori informazioni su strutturazione dei corsi, costi, ecc.

Vi ricordo inoltre che è possibile inserire sul sito www.adozionescuola.it sia tesi di laurea che trattino tematiche relative alla scolarizzazione dei minori adottati (vedi pagina “Spazio tesi” del sito), sia articoli, saggi e volumi sullo stesso argomento (vedi pagina “Segnalati dall’autore”). Chi vuole inserire propri contributi trova sul sito le indicazioni per procedere.

Livia Botta 

venerdì 8 gennaio 2016

ADOZIONE 2016 - Incontri di primavera in piccolo gruppo



Inizio il 2016 con una proposta di gruppi di formazione-riflessione su alcune tematiche particolarmente significiative:
 - come "correggere" le modalità di attaccamento disfunzionali; 
- come sostenere la scolarizzazione sfruttando le opportunità offerte dalle nuove Linee Guida del Ministero;
- come i nonni e gli altri parenti possono collaborare per la buona riuscita delle adozioni. 
Venendo incontro alle richieste espresse da alcuni genitori, propongo moduli brevi, una sorta di "assaggio" delle diverse problematiche che potranno eventualmente essere seguiti da ulteriori approfondimenti.
Trattandosi comunque di incontri in piccolo gruppo, sarà ugualmente garantita la possibilità di porre domande e confrontare esperienze.  
I gruppi saranno attivati al raggiungimento di un numero minimo di iscritti. Chiedo pertanto agli interessati di comunicare la loro adesione al più presto e di diffondere l'informazione ai loro contatti.
Grazie
Livia Botta

VIVERE L’ADOZIONE 2016
Incontri di primavera in piccolo gruppo 

Tre brevi (4 ore) moduli a tema, in cui saranno proposti contributi teorici e attivati momenti di discussione tra i partecipanti.
La limitata dimensione dei gruppi (max 12 partecipanti) consentirà di porre domande, confrontarsi, approfondire.
ADOZIONE E ATTACCAMENTO
Come “riparare” le esperienze traumatiche vissute dai bambini prima dell’adozione
offrendo loro esperienze correttive di attaccamento
Incontri per neo-genitori adottivi e genitori prossimi all’adozione,
ma anche per chiunque sia interessato a comprendere come si formano gli stili di attaccamento nella prima infanzia
e con quali strategie possano essere resi più funzionali nel corso della crescita
Venerdì 26 febbraio e 18 marzo 2016  dalle 17.00 alle 19.00 per 4 ore tot.
Costi: € 40 (60 la coppia) per chi si prenota entro il 26 gennaio
€ 50 (75 la coppia) per chi si prenota dopo il 26 gennaio
Termine ultimo per l’iscrizione venerdì 19 febbraio
LA FATICA D’IMPARARE
Come accompagnare al meglio l’inserimento scolastico dei propri figli,
con particolare attenzione alle indicazioni presenti nelle recenti Linee Guida del Ministero dell’Istruzione
Incontri per genitori adottivi con figli in età scolare
e per quanti (insegnanti, operatori dell’adozione) sono interessati a conoscere i contenuti e gli ambiti di applicazione
delle recenti “Linee d’indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni adottati” del MIUR
Venerdì 11 marzo e 8 aprile 2016  dalle 17.00 alle 19.00 per 4 ore tot.
Costi: € 40 (60 la coppia) per chi si prenota entro il11 febbraio
           € 50 (75 la coppia) per chi si prenota dopo il 11 febbraio
Termine ultimo per l’iscrizione venerdì 4 marzo
NONNI… E ALTRI PARENTI
Il ruolo fondamentale di nonni, zii, amici di famiglia per aiutare i minori adottati
a sentirsi parte della nuova famiglia e al centro di una rete sociale di accoglienza e protezione
Incontri per membri della famiglia allargata e delle reti amicali, rivolti a chi ha già adottato e a chi è in attesa
Venerdì 15 aprile e 6 maggio 2016  dalle 17.00 alle 19.00 per 4 ore tot.
Costi: € 40 (60 la coppia) per chi si prenota entro il 15 marzo
           € 50 (75 la coppia) per chi si prenota dopo il 15 marzo
Termine ultimo per l’iscrizione venerdì 8 aprile

Gli incontri saranno condotti dalla Dr.ssa LIVIA BOTTA, Psicologa e Psicoterapeuta (curriculum sul sito www.liviabotta.it) e si svolgeranno presso lo STUDIO DI PSICOTERAPIA di Piazza della Maddalena 5/4, Genova centro.
Per iscriversi inviare una mail all’indirizzo contatti@liviabotta.it indicando il gruppo a cui si intende iscriversi, COGNOME, NOME, n. di telefono e una sintetica presentazione.
Al raggiungimento del numero minimo per formare il gruppo (6 iscritti) verrà inviata la conferma unitamente alle indicazioni per il pagamento.
Per ulteriori informazioni potete contattare il 349 1480147 o scrivere a contatti@liviabotta.it