Mano a mano che ci si avvicina all’età adulta, la condizione
adottiva diventa solo una delle diverse componenti dell’identità; componente
che può tornare in primo piano in particolari circostanze o di fronte a eventi
che la evocano, diventando occasione per un'ulteriore rielaborazione
della propria storia e un conseguente consolidamento dell’identità.
Non sempre però le cose vanno in questo modo.
Non sono pochi i casi in cui la tristezza, la rabbia, la
frustrazione, il senso di solitudine che i figli si portano dietro dal passato
riemergono rendendo particolarmente difficoltoso il passaggio all’età adulta.
Amicizie e relazioni affettive a rischio, interruzione degli studi, mancanza di
progetti per il futuro, difficoltà ad inserirsi in un’attività lavorativa,
periodi di disagio psichico non sono fenomeni rari negli anni della tarda
adolescenza e della prima età adulta di tanti adottati.
Specularmente, anche “fare i genitori” in questa fase di vita dei figli non è facile. Ci si trova costretti a confrontarsi con un
individuo reale spesso molto diverso dall’immagine idealizzata di figlio/a che
aveva preceduto la sua adozione e accompagnato come un’ombra la sua crescita, e
che ora si scontra definitivamente con una nuova immagine di giovane adulto/a.
Quando poi l’ingresso dei figli nell’età adulta è costellato
da rischi importanti che ne minano il benessere presente e futuro, tirarsi gradualmente
indietro per trasformarsi in “spettatori partecipi” della loro crescita (è questo il "compito" dei genitori) diventa
impossibile: il nucleo familiare può rimanere “congelato” in modalità
relazionali distorte, caratterizzate da ripetitive dinamiche conflittuali e/o
da uno stato di preoccupazione continua. Oppure i genitori possono sentirsi
talmente sconfitti e impotenti da rinunciare a ridefinire il loro ruolo e
abbandonare il figlio al suo destino.
Come evitare questi rischi? Come accompagnare i figli nella
crescita senza diventare intrusivi, rispettando le loro autonomie ma mantenendo
una funzione protettiva fino a quando e laddove sarà necessario? Come coniugare
tutto questo con la necessità dei genitori di riappropriarsi di se stessi non
più solo come genitori, ma come adulti capaci di fare nuovi progetti su di sé?
Anche di questo parleremo nel Seminario per genitori di sabato 13 aprile.
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Livia Botta