Adozione e Scuola

martedì 19 maggio 2009

Libri di testo "sensibili all'adozione" - Scuola media (2)

L’analisi delle antologie è proseguita con l’esame di altri tre testi di recente pubblicazione, che sono i seguenti:

Mazzeo R. – Terzoli N. – Lorizio A. – Vadagnini L., Binario 9 e ¾, Editrice la Scuola 2008 (di seguito ANTO5)
Bertolucci E. – Floris C., Il tesoro di carta, Paravia 2008 (di seguito ANTO6)
Baldi L. – Cicchini S. – Macchiani F., Ti voglio raccontare, Bulgarini 2008 (di seguito ANTO7)

Nel primo volume, ANTO5 dedica, come usualmente accade, un ampio percorso di letture agli affetti famigliari (Ci sono anch’io – In famiglia); in questo ambito, però, non si fa riferimento a casi di adozione, o comunque ad assetti famigliari non tradizionali; si rileva invece una certa attenzione per la disabilità, in quanto è inserito un testo (M. Killilea, Karen, dal romanzo omonimo, Bompiani) che narra di una bambina affetta da paralisi infantile, che, grazie all’aiuto della famiglia, riesce a diventare una persona autonoma e indipendente. L’attenzione per la dimensione interculturale è poi evidenziata dalla sezione Famiglie nel mondo. Una maggiore sensibilità verso situazioni famigliari più complesse è invece testimoniata nella scelta dei film presenti nel percorso La famiglia nel cinema. Infatti, molti dei lungometraggi segnalati mostrano realtà in cui il ruolo genitoriale viene assunto da persone diverse dagli ascendenti biologici (Una moglie per papà, di J. Nelson, USA 1994 e Tutti insieme appassionatamente, di R. Wise, USA 1965) o problemi di condivisione della funzione tra genitori separati (Mrs Doubtfire, di Ch. Columbus, USA 1993).
Il secondo volume contiene l’abituale sezione dedicata alla scrittura autobiografica, ma non riporta alcun riferimento alle tematiche qui indagate.
Una decisa inversione di tendenza si evidenzia nel terzo volume, in cui la tematica dell’adozione è affrontata, nell’ambito del percorso Uguali e diversi, attraverso la storia di Salomon, protagonista del libro e dell’omonimo film Vai e vivrai; dal libro, di R. Mihaileanu e A. Dugrand (Feltrinelli), è tratto il brano Il fratello adottivo (nella sezione Viviamo insieme), mentre il film (di R. Maihaileanu, Francia 2005) è descritto nella scheda Diversi nei film. Il bambino etiope, che vive in un campo profughi del Sudan, viene mandato dalla madre in Israele, per cercare una vita migliore. Lì perderà la donna che lo ha accompagnato, ma troverà la serenità nella famiglia che lo adotta.

ANTO6 propone nel primo volume una unità di apprendimento sugli affetti famigliari (La famiglia, in La scatola dei ricordi), in cui, però, le situazioni descritte appartengono tutte ad assetti tradizionali; anzi, il particolare punto di vista assunto considera le memorie legate alle feste di famiglia trascorse in maniera estremamente tipica. Maggiore attenzione per situazioni di disagio e ‘diversità’ è presente nello spazio dedicato all’educazione alla convivenza civile (Il mondo intorno a me), in cui si parla di disabilità, anziani soli, bambini problematici ed emarginati; tuttavia, neppure in questo ambito si fa riferimento a situazioni problematiche legate all’evoluzione dei modelli famigliari e, tanto meno, alle questioni relative all’adozione.
Nel volume per la classe seconda, l’ampio spazio dedicato alle scritture personali (lettera, diario, autobiografia) può consentire di analizzare esperienze di vita particolari, ma non viene inserito alcun contributo significativo dal punto di vista delle relazioni famigliari, se si eccettua la testimonianza di una madre che scrive alla figlia emigrata in America per studiare e lavorare. La sezione Storie di ragazzi, poi, privilegia tematiche legate ai rapporti tra coetanei, riservando una certa attenzione al fenomeno del bullismo. Solo il percorso relativo ai Ritratti di famiglia introduce, finalmente, le problematiche relative alle esigenze dei figli di genitori separati, attraverso la proposta del brano Marcus e Will, tratto dal romanzo Un ragazzo, di M. Hornby (Guanda), da cui è ispirato il film già ricordato About a boy. Nessun riferimento specifico viene comunque fatto al fenomeno dell’adozione.
Nel terzo volume, l’unico aggancio alla tematica di interesse può essere costituito dal brano tratto dal romanzo di Ch. Dickens, David Copperfield (David Copperfield e la famiglia Micawber), dal momento che le articolate vicissitudini del protagonista prendono avvio dalla sua perdita dei genitori e dal suo affidamento a un patrigno assai poco affettuoso. D’altra parte, la sezione dedicata a L’avventura di crescere, esamina le difficoltà legate alla costruzione di una identità adulta, ma senza far riferimento alle esperienze famigliari, che potrebbero invece rivelare una portata rilevante. Il tema dell’adozione non emerge neppure nella sezione sui diritti umani dedicata alla Infanzia negata, in cui, peraltro, sono inserite interessanti testimonianze di bambini-soldato (tratti dal sito dell’associazione Save the children) e di ragazzi sfruttati (si segnala, a questo proposito, il riferimento al libro di F. D’Adorno, Storia di Iqbal, Edizioni EL).

Anche nel capitolo sulla Vita in famiglia, presente nel primo volume di ANTO7, non si fa riferimento alle adozioni o a modelli famigliari alternativi, mentre l’attenzione è concentrata sui rapporti tra fratelli e sulle differenze di ruoli e atteggiamenti tra padri e madri.
Il volume secondo manifesta un interesse più articolato per le dinamiche famigliari: in Crescere che fatica, si parla in modo specifico delle esigenze e delle difficoltà dei figli di genitori separati, grazie alla proposta del brano di J. C. Oates, Correre nell’aria (dal romanzo Figli randagi, edizioni e/o); la metafora del titolo, infatti, vuole rappresentare lo stato di precarietà provato dal protagonista a causa del continuo passaggio dal padre alla madre e all’ansia di mostrare uguale affetto per entrambi. Nell’unità di apprendimento sul diario personale e la lettera (La vita nelle parole), poi, si riporta anche uno stralcio (Salve, caro Me stesso) del libro di G. Ran-Feder, Caro me stesso (edizioni Piemme), in cui si immagina il diario scritto da un ragazzino israeliano che, a causa dei problemi dei suoi genitori, viene affidato a una famiglia di Haifa: la nuova madre, infatti, lo invita a scrivere del suo vissuto, per confrontare la sua vita passata con l’attuale. L’argomento presentato, dunque, mostra affinità con le esperienze di adozione; tuttavia, occorre sottolineare che, anche in questo caso, come in altri già descritti, si preferisce far riferimento a un contesto geografico remoto rispetto alla nostra realtà. Non sono poi presenti altri contributi dello stesso genere in riferimento alla lettera, benché vi siano molti brani che presentano relazioni tra genitori e figli. Le difficoltà di un bambino che si separa dalla famiglia sono poi riprese nella sezione Più vicini per conoscersi, grazie al brano Da Marrakesh a Parigi, tratto dal libro di V. Zucconi, Stranieri come noi (Einaudi); nel riferire l’avventura di Yussuf, che a 13 anni lascia solo il Marocco per lavorare in Francia e aiutare la famiglia, l’accento è ovviamente posto sul problema dell’immigrazione dai Paesi più poveri.
Nel terzo volume, l’unico accenno a particolari dinamiche famigliari è costituito dalla segnalazione per la lettura autonoma del romanzo di M. Hornby già più volte ricordato.

MARIU' GARATTI e SIMONE BERTONE
Scuola sec. 1° grado "Don Milani" - Genova

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