Adozione e Scuola

venerdì 29 maggio 2015

Deroga all'iscrizione alla primaria. Come fare

Riprendo l'argomento già trattato della deroga all'iscrizione alla primaria per rispondere ad alcune domande che mi sono state poste nei mesi scorsi.

IN QUALI CASI E' POSSIBILE RITARDARE DI UN ANNO L'ISCRIZIONE ALLA PRIMARIA?
Va precisato che la deroga non è consentita sempre e comunque. Nella scuola italiana il criterio di riferimento è quello di inserire i bambini nella classe corrispondente all'età, attivando eventualmente i necessari dispositivi di sostegno per metterli in grado di apprendere con i coetanei.
Dunque la deroga può riguardare solo casi eccezionali: bambini da poco adottati, che dovrebbero entrare nella prima classe della primaria a ridosso dell'ingresso in Italia, o che hanno frequentato dopo il loro arrivo solo pochi mesi di scuola dell'infanzia, e che presentano particolari fattori di vulnerabilità, che vanno attentamente documentati.
Sulla questione le Linee d'indirizzo recepiscono una precedente circolare più esaustiva, che trovate a questo link.
Sappiamo, e alcuni genitori lo hanno sottolineato, che anche bambini adottati da più tempo potrebbero presentare una maturazione cognitiva più lenta, che renderebbe opportuna la permanenza di un anno in più nella scuola dell'infanzia per consolidare i requisiti per la scuola primaria. Nulla vieta di chiedere la deroga anche in questi casi, ma è evidente che la situazione del bambino andrà documentata con più cura e che spetterà al Dirigente scolastico valutare se forzare un po' i confini della normativa.

CHI DEVE DOCUMENTARE? 
COSA BISOGNA DOCUMENTARE?
Spetta ai servizi pubblici o privati che seguono la famiglia nel post-adozione presentare la documentazione che motivi il bisogno del bambino di ritardare di un anno l'iscrizione alla primaria.
Andranno segnalati i fattori di rischio relativi alla sua storia pregressa. Come l'esperienza dimostra, alcune situazioni critiche, sommandosi alla perdita dei legami biologici e al cambiamento di contesto ambientale e linguistico, tendono ad interferire con gli apprendimenti scolastici: i cambi nei luoghi di vita e nelle figure di attaccamento, le problematiche sanitarie e le ospedalizzazioni, le disarmonie evolutive senza diagnosi segnalate dalla documentazione di origine, la mancanza di esperienze di prima scolarizzazione nel paese di provenienza.
Andrà inoltre effettuata una valutazione dell'effettivo livello di competenze neuropsicologiche e funzionali raggiunto dal bambino, per comprendere se sia già in grado di trarre beneficio dalle esperienze educative e didattiche della scuola primaria: il possesso dei prerequisiti cognitivi per lo sviluppo delle competenze specifiche di lettura, scrittura, calcolo e comprensione; le abilità trasversali che influenzano la capacità di apprendimento (regolazione delle emozioni nelle interazioni sociali, regolazione attentiva, funzioni esecutive).
Tale valutazione potrà essere realizzata tramite l'osservazione del bambino durante le visite domiciliari, osservando le sue attività di gioco, mediante le informazioni raccolte dai genitori e delle insegnanti della scuola dell'infanzia se il bambino già la frequenta. Quando possibile andranno utilizzati anche strumenti standardizzati (prove e test stutturati, privilegiando però l'utilizzo di test non verbali). 
Per approfondire l'argomento potete leggere a questo link l'articolo di L. Traverso, P. Viterbori, M.C. Usai, Bambini “a rischio” nel passaggio dall'infanzia alla primaria.
La valutazione della situazione del bambino effettuata dai servizi che accompagnano la famiglia nel post-adozione potrà essere integrata da una relazione delle insegnanti della scuola dell'infanzia, se il bambino già la frequenta (non è prevista dalla normativa, ma alcuni Dirigenti la richiedono). 
ll colloquio tra i genitori e il Referente per l'adozione della scuola o il Dirigente scolastico consentirà di completare il quadro al fine di effettuare una scelta realmente ponderata.
 
 A CHI VA PRESENTATA LA RICHIESTA DI DEROGA?
Al Dirigente della scuola primaria che il bambino dovrebbe iniziare a frequentare. 
Nel caso di Istituti Comprensivi che hanno al loro interno sia la scuola primaria, sia la scuola dell'infanzia in cui il bambino resterà ancora per un anno, la procedura è piuttosto semplice.
Ma come comportarsi quando i genitori hanno inserito o vogliono inserire il bambino in una scuola dell'infanzia che non fa parte di un istituto comprensivo e non ha quindi il ciclo successivo? Ritengo che in questo caso la domanda vada presentata comunque al Dirigente della scuola primaria che il bambino frequenterà in futuro, accompagnata da una dichiarazione di disponibilità della scuola dell'infanzia ad accoglierlo anche dopo il compimento dei sei anni.
Su quest'ultimo punto chiedo però parere e conferma di chi si è trovato in questa situazione, che può essere abbastanza comune.

Livia Botta

LINEE D'INDIRIZZO ALUNNI ADOTTATI
Proponi un seminario di formazione alla tua scuola
Scarica qui la brochure

martedì 26 maggio 2015

UNA STORIA PER TUTTI E TUTTE

Petizione promossa da ADOZIONESCUOLA
indirizzata alle case editrici di testi scolastici 
per la scuola primaria

 
sutherland-studios.com.eu

L'approccio allo studio della storia nei primi anni della primaria viene proposto dai libri di testo a partire dalla storia personale e da quella della propria famiglia. Si tratta di un passaggio propedeutico importante per arrivare a comprendere il significato degli indicatori temporali e a riconoscere i rapporti di successione: un passaggio che andrebbe però affrontato con grande attenzione e sensibilità, e soprattutto con modalità che consentano a ciascun bambino di riconoscervisi.
Troppo spesso, invece, le schede operative dei libri di testo chiedono ai bambini di raccogliere informazioni o di portare oggetti personali e familiari che alcuni di essi possono non possedere e che rimandano a un'idea di famiglia “standard” e a storie d'infanzia che non sono le uniche presenti nelle nostre classi.
Le richieste del peso alla nascita, dell'età del primo dentino o dei primi passi, di portare oggetti dei primi mesi di vita (il bavaglino, il ciuccio...), le foto da neonato e altre foto di famiglia possono mettere in difficoltà i tanti bambini adottati che non conoscono l'inizio della loro storia e anche altri con storie difficili o complesse: bambini in affido, bambini che hanno perduto un genitore, bambini migranti che non hanno portato con sé alcun bagaglio materiale di ricordi.
Le insegnanti più sensibili, quando hanno in classe alunni con situazioni complesse, “saltano” queste pagine o propongono modalità alternative che rispettino la storia dei bambini. Anche i libri di testo, senza rinunciare a questo approccio, potrebbero proporre attività più flessibili, che tengano conto delle tante differenze presenti nelle nostre classi e della varietà delle realtà familiari del mondo d'oggi.
Le stesse “Linee d'indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni adottati”, emanate dal MIUR il 18-12-2014, invitano del resto gli insegnanti, in occasione delle adozioni dei libri di testo, a “scegliere volumi attenti alla molteplicità delle situazioni familiari e culturali ormai presenti nelle classi”.
SI CHIEDE PERTANTO ALLE CASE EDITRICI 
DI TESTI PER LA SCUOLA PRIMARIA 
DI MODIFICARE LE PAGINE 
SULL'APPROCCIO ALLA STORIA PERSONALE 
IN MODO DA RENDERLE INCLUSIVE
 DELLA STORIA DI TUTTI I BAMBINI E BAMBINE
Potete firmare la petizione inviando una mail all'indirizzo petizione@adozionescuola.it indicando:
Cognome e nome (obbligatori)
Città (obbligatoria)
Chi sei: insegnante, genitore, studente, ecc. (facoltativo ma gradito)
Scuola, associazione, gruppo di appartenenza, ecc. (facoltativo ma gradito)
Commento: “Sottoscrivo questa petizione perché...” (facoltativo ma gradito)
E' possibile aderire anche come associazione, ente, gruppo, collegio docenti, consiglio d'istituto, ecc.
L'elenco dei sottoscrittori è pubblicato sul sito www.adozionescuola.it

Petizione lanciata il 11-05-2015