Riprendo
l'argomento già trattato della deroga all'iscrizione alla
primaria per rispondere ad alcune domande che mi sono state
poste nei mesi scorsi.
IN QUALI CASI E' POSSIBILE RITARDARE DI UN ANNO L'ISCRIZIONE ALLA PRIMARIA?
Va
precisato che la deroga non è consentita sempre e comunque. Nella
scuola italiana il criterio di riferimento è quello di inserire i
bambini nella classe corrispondente all'età, attivando eventualmente
i necessari dispositivi di sostegno per metterli in grado di
apprendere con i coetanei.
Dunque la
deroga può riguardare solo casi eccezionali: bambini da poco
adottati, che dovrebbero entrare nella prima classe della primaria a
ridosso dell'ingresso in Italia, o che hanno frequentato dopo il loro arrivo solo pochi
mesi di scuola dell'infanzia, e che presentano particolari fattori di
vulnerabilità, che vanno attentamente documentati.
Sulla
questione le Linee d'indirizzo recepiscono una precedente circolare
più esaustiva, che trovate a questo link.
Sappiamo, e
alcuni genitori lo hanno sottolineato, che anche bambini adottati da
più tempo potrebbero presentare una maturazione cognitiva più
lenta, che renderebbe opportuna la permanenza di un anno in più
nella scuola dell'infanzia per consolidare i requisiti per la scuola primaria. Nulla vieta di chiedere la deroga anche
in questi casi, ma è evidente che la situazione del bambino andrà
documentata con più cura e che spetterà al Dirigente scolastico
valutare se forzare un po' i confini della normativa.
CHI DEVE DOCUMENTARE?
COSA BISOGNA DOCUMENTARE?
COSA BISOGNA DOCUMENTARE?
Spetta
ai servizi pubblici o privati che seguono la famiglia nel
post-adozione presentare la documentazione che motivi il bisogno del
bambino di ritardare di un anno l'iscrizione alla primaria.
Andranno
segnalati i fattori di rischio relativi alla sua storia pregressa.
Come l'esperienza
dimostra, alcune situazioni critiche, sommandosi alla perdita dei legami
biologici e al cambiamento di contesto ambientale e linguistico,
tendono ad interferire con gli apprendimenti scolastici: i cambi nei
luoghi di vita e nelle figure di attaccamento,
le problematiche sanitarie e le ospedalizzazioni, le disarmonie evolutive senza diagnosi segnalate
dalla documentazione di origine, la mancanza di esperienze di prima
scolarizzazione nel paese di provenienza.
Andrà
inoltre effettuata una valutazione dell'effettivo livello di
competenze neuropsicologiche e funzionali raggiunto dal bambino,
per comprendere se sia già in grado di trarre beneficio dalle
esperienze educative e didattiche della scuola primaria: il possesso
dei prerequisiti cognitivi per lo sviluppo delle competenze
specifiche di lettura, scrittura, calcolo e comprensione; le abilità
trasversali che influenzano la capacità di apprendimento
(regolazione delle emozioni nelle interazioni sociali, regolazione
attentiva, funzioni esecutive).
Tale valutazione potrà essere realizzata tramite l'osservazione del bambino durante le visite domiciliari, osservando le sue attività di gioco, mediante le informazioni raccolte dai genitori e delle insegnanti della scuola dell'infanzia se il bambino già la frequenta. Quando possibile andranno utilizzati anche strumenti standardizzati (prove e test stutturati, privilegiando però l'utilizzo di test non verbali).
Tale valutazione potrà essere realizzata tramite l'osservazione del bambino durante le visite domiciliari, osservando le sue attività di gioco, mediante le informazioni raccolte dai genitori e delle insegnanti della scuola dell'infanzia se il bambino già la frequenta. Quando possibile andranno utilizzati anche strumenti standardizzati (prove e test stutturati, privilegiando però l'utilizzo di test non verbali).
Per
approfondire l'argomento potete leggere a questo link l'articolo di L.
Traverso, P. Viterbori, M.C. Usai, Bambini “a rischio” nel
passaggio dall'infanzia alla primaria.
La
valutazione della situazione del bambino effettuata dai servizi che
accompagnano la famiglia nel post-adozione potrà essere integrata da
una relazione delle insegnanti della scuola dell'infanzia, se
il bambino già la frequenta (non è prevista dalla normativa, ma
alcuni Dirigenti la richiedono).
ll colloquio tra i genitori e il
Referente per l'adozione della scuola o il Dirigente scolastico
consentirà di completare il quadro al fine di effettuare una scelta
realmente ponderata.
A CHI VA PRESENTATA LA RICHIESTA DI DEROGA?
Al
Dirigente della scuola primaria che il bambino dovrebbe iniziare a
frequentare.
Nel caso di Istituti Comprensivi che hanno al loro
interno sia la scuola primaria, sia la scuola dell'infanzia in cui il
bambino resterà ancora per un anno, la procedura è piuttosto
semplice.
Ma
come comportarsi quando i genitori hanno inserito o vogliono inserire il bambino in
una scuola dell'infanzia che non fa parte di un istituto comprensivo
e non ha quindi il ciclo successivo? Ritengo che in questo caso la
domanda vada presentata comunque al Dirigente della scuola primaria
che il bambino frequenterà in futuro, accompagnata da una
dichiarazione di disponibilità della scuola dell'infanzia ad
accoglierlo anche dopo il compimento dei sei anni.
Su
quest'ultimo punto chiedo però parere e conferma di chi si è
trovato in questa situazione, che può essere abbastanza comune.
Livia Botta
LINEE D'INDIRIZZO ALUNNI ADOTTATI
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