Adozione e Scuola

lunedì 21 maggio 2012

Presentazione libro a Suzzara

Il prossimo sabato 26 maggio alle ore 10.00, presso l'Auditorium "La Quercia" di Viale Lenin a Suzzara (Mantova), presentazione del libro "UNA SUZZARA PICCINA... PICCINA", di Gloria Leoni e Houda El Badrani (Edizioni Rossopietra 2012). Il libro narra, in un racconto sospeso tra realtà e fantasia, il percorso verso l'accoglienza dei minori iniziato grazie al comitato pro-Chernobyl e sfociato nell'esperienza dell'affidamento familiare, e si propone di sollecitare la riflessione di bambini e ragazzi sui temi dell'accoglienza, della solidarietà e dell'affido familiare.

mercoledì 2 maggio 2012

"La rete che aiuta" - Un incontro a Genova

"LA RETE CHE AIUTA: I SERVIZI E GLI INTERVENTI CHE POSSONO FACILITARE L'ACCOGLIENZA E SOSTENERE IL SUCCESSO SCOLASTICO DEI BAMBINI E RAGAZZI ADOTTATI". Sarà questo l'argomento dell'incontro che si svolgerà Venerdì 11 maggio 2012 dalle 15.30 alle 18.00 presso l'Ist. sec. di 1° grado "Don Milani" di Genova, Salita Carbonara 51. Si tratta dell'ultimo incontro del corso di formazione per insegnanti "ALUNNI ADOTTATI IN CLASSE", promosso da ANSAS Liguria, aperto, considerata la rilevanza dell'argomento, anche agli insegnanti che non hanno partecipato al corso e ai genitori adottivi. Parteciperanno: dr.ssa MAURA MESCHI, ARAI Liguria; dr.ssa VIVIANA NAPOLI, Nucleo Adozioni ASL 3 Genovese; dr. ROBERTO POZZAR, Ufficio Scolastico Regionale Liguria e altre realtà attive nel post-adozione. La partecipazione all'incontro è libera, ma è gradita una comunicazione della presenza all'indirizzo contatti@adozionescuola.it.

giovedì 29 marzo 2012

"Piccolo uovo"

Piccolo uovo ha paura a nascere perchè non sa cosa lo aspetta. Parte allora per un viaggio alla scoperta dei genitori possibili. Incontra i più diversi modelli familiari, da quello monogenitoriale a quello omosessuale, per concludere che vale senz'altro la pena di nascere, perchè ciascun tipo di famiglia può essere un bel posto in cui crescere.
E' questa la storia, destinata ai più piccoli, raccontata da Francesca Pardi e illustrata da Tullio Altan, arrivata in libreria la scorsa estate (edita da Lo Stampatello).
Un libro nostrano, dunque, che ha suscitato un dibattito altrettanto nostrano. In polemica con un assessore del Comune di Milano che ne auspicava la diffusione nei servizi educativi cittadini, "Piccolo uovo" è stato etichettato come libro ideologico che va contro la Costituzione, ne sono stati addirittura auspicati la censura preventiva e il rogo in piazza (Forza Nuova di Milano).
In realtà "Piccolo uovo" non è altro che una favola attuale che racconta di genitori unici, di famiglie ricostituite, di genitori adottivi e anche omosessuali: della realtà di oggi, dunque, anche se certi "modelli" sono assai più diffusi di altri, che potremmo definire "di nicchia". Una favola, dunque, che potrebbe essere usata nella scuola dell'infanzia per educare i bambini alla legittimità e al rispetto delle differenze, oltre che per presentare una pluralità di modelli che consenta a ciascun bambino di trovare quello in cui riconoscersi.

Livia Botta
www.liviabotta.it
www.adozionescuola.it

martedì 27 marzo 2012

"Il Grande Grosso Libro delle Famiglie"

Mentre i testi scolastici per la primaria sono molto in ritardo nell’aggiornare le tipologie familiari, qualcosa si muove nell’editoria per bambini, dove cominciano a comparire testi costruiti appositamente per illustrare i diversi tipi di famiglia presenti nella società odierna.
Dopo Tante famiglie tutte speciali”, è appena uscita la traduzione di un altro testo di origine anglosassone, “Il Grande Grosso Libro delle Famiglie” (scritto da Mary Hoffman e illustrato da Ros Asquith, edizioni Lo Stampatello, € 13,80), che potrebbe essere utilizzato, oltre che a casa, anche a scuola con i bambini dei primi anni della primaria.
“Una volta nei libri la maggior parte delle famiglie era così…” inizia il libro, e l’immagine raffigura la famigliola tipo con papà (bruno), mamma (bionda), un figlio e una figlia, un cane e un gatto… “Ma in realtà – continua il testo – le famiglie hanno forme e misure di ogni tipo...”.
Si passa poi all’illustrazione dei diversi tipi di famiglia. E anche qui (come in “Tante famiglie tutte speciali”) sono presenti anche le famiglie con due mamme o con due papà.
L’aspetto a mio parere più interessante è che il libro non si limita alle differenze nella composizione delle famiglie, ma va molto oltre (i diversi modi di abitare, di lavorare, di fare vacanza, di mangiare, di vestirsi, ecc.), per giungere alle differenti modalità di esprimere le emozioni.
Una miniera di spunti, insomma (nel testo prevalgono le immagini, i testi sono molto brevi), per riconoscersi e approfondire: a casa ma anche a scuola, dove ciascun alunno potrà trovare qualche aspetto che lo rappresenta, o riconoscerlo nei compagni e con i compagni.

Livia Botta
www.liviabotta.it
www.adozionescuola.it

lunedì 19 marzo 2012

"Feriti dentro": un seminario a Milano

Riceviamo dal Centro di Terapia dell'Adolescenza di Milano l'avviso di questo interessante seminario:

Il Centro di Terapia dell'Adolescenza in collaborazione con la Scuola di Psicoterapia I.R.I.S. è lieto di proporvi il Seminario dal titolo: "FERITI DENTRO (INSIDE I' M HURTING) - Strategie pratiche per sostenere i bambini con difficoltà dell'attaccamento nelle scuole" che si terrà Venerdì 18 Maggio 2012 (dalle ore 09.00 alle ore 17.00) presso l'Istituto "B.Cavalieri" di Via Olona 14 a Milano.

Il seminario sarà condotto dalla Dottoressa L.M. Bombèr che a partire da una lunga esperienza nell'ambito sia dell'insegnamento che della psicoterapia, si è occupata di formazione e supervisione per gli operatori dei servizi educativi, sociali e di salute mentale, progettando corsi di formazione rivolti agli insegnanti per sostenere alunni con difficoltà di attaccamento.

Vi proponiamo il volantino informativo del seminario:
http://www.centrocta.it/newsletter/Volantino_Bomber.doc

ed il relativo modulo di iscrizione:
http://www.centrocta.it/newsletter/Modulo_iscrizione%20-seminari_CTA.doc

Vi aspettiamo!

Lo Staff del C.T.A.

mercoledì 7 marzo 2012

ALUNNI ADOTTATI IN CLASSE: ISTRUZIONI PER L’USO?


Una bella avventura.
Cari genitori, essere chiamati così è una cosa meravigliosa, e per voi, deve esserlo doppiamente!
Un bimbo adottato è una creatura che ha un suo vissuto e che, indipendentemente dall’età, ha già sofferto tanto per un distacco dalla propria madre.
Quindi, grande e primario compito per una famiglia adottiva sarà quello di cercare doppiamente di colmare questo “vuoto” con il massimo del proprio amore. 
Ma, ahimè, solo questo non basta, perché questo è solo la base per un buon inizio!
Iniziare con il non farlo sentire diverso nella società, l’adozione deve apparire come una cosa normale.
Non ovattarlo in un mondo perfetto ma cercare di fargli anche capire le imperfezioni della vita.
Cercare sempre di invogliarlo a fare il meglio che può nella vita, cercando di non strafare, aiutandolo a mantenere bene i piedi per terra. Cercare di essere ben presenti nelle sue scelte, consigliandolo al mattino senza arrivare ad essere invadenti. Parlare molto di tutto e cercare di aiutarlo a capire quale sia per lui la cosa migliore da fare. Non cercare di cambiarlo, ma accettarlo per quello che è: un dono della vita.
Se ci sono delle difficoltà scolastiche, normale per ognuno di noi adottati, cercare di farlo aiutare da estranei e non farlo personalmente, perché si rischia di “rompere” il bel rapporto di fiducia creato.
Se si pensa che abbia bisogno dell’aiuto di uno psicologo per rivedere la sua storia farlo aiutare facendogli capire che è una cosa normale, che non è d’intralcio a nessuno e che può aiutare anche voi genitori a capire tante cose. Se necessario siate anche presenti.
Nei momenti critici della crescita cercare di essere sempre “in punta di piedi”, presenti anche solo dicendo “noi ci siamo, se vuoi comunicare qualche cosa”.
Cercare il più possibile di far stare il bimbo con altri bambini più che con gli adulti, per avere modo di confrontarsi.
Farlo sentire responsabile di se stesso, cercando di dargli più fiducia possibile.
Gratificarlo spesso, per aumentare la sua fiducia in voi, genitori, e in se stesso.
Cercare quindi di apprezzare le sue qualità ma anche la negatività, per far sì che sia incoraggiato a farlo con altri.
Apprezzare la sua spontaneità senza criticarla, altrimenti si rischia la nascita di un’eventuale frustrazione che, se appare, bisogna per tempo correggere.
Permettergli di possedere i suoi sentimenti e i suoi problemi per lasciargli trovare le proprie emozioni evitando di imporgli le vostre!
Tanta discrezione e rispetto per la persona vi permetteranno di dimostrargli concretamente il vostro amore e diventeranno gli stimoli più potenti perché egli acquisti sicurezza e amor proprio; basi solide per una personalità sana, per affrontare questa società tanto difficile.

Una ragazza adottata dall’India all’età di 8 anni, oggi ne ha 38 ed è mamma


Non vi è miglior conforto, per voi insegnanti e genitori, delle parole di chi ha vissuto in prima persona l’esperienza dell’adozione.
Nella voce di questa ragazzina adottata, poi donna, ora mamma, si scopre la difficoltà e la grandezza dei problemi che i figli adottati, ogni giorno, vivono in prima persona.

Adottare un bambino, un figlio, non significa solamente aprire la propria famiglia come spazio fisico, ma soprattutto aprire la propria mente e il proprio cuore ad un figlio, generato da altri, che porta inevitabilmente con sé, le radici di una storia fatta di sofferenze, dolori, traumi e abbandoni.

Negli incontri svoltisi a La Spezia e a Sarzana l’ 8 e il 22 febbraio 2012, organizzati dall’ANSAS Liguria, “Genitori si diventa” La Spezia, l’Ufficio Scolastico e l’Azienda Sanitaria della provincia di La Spezia, si è tentato di affrontare il tema dell’inserimento scolastico del bambino adottato, alla luce dei problemi che voi stessi genitori ed insegnanti, avete evidenziato.

Dalle diverse testimonianze si è notato come arrivino in Italia sempre più bambini in età scolare e uno dei primi dubbi che si presenta riguarda la classe in cui inserirli ed il tempo dell’inserimento.
E’ necessario un periodo per consolidare i rapporti all’interno della famiglia oppure è consigliabile inserire immediatamente il bambino nella realtà scolastica?

Nella maggior parte dei casi presentati appare chiaramente come l’impatto con la scuola non sia semplice. I bambini tendono ad evidenziare notevoli difficoltà nell’apprendimento della lingua italiana ma soprattutto problemi legati alla sfera comportamentale come deficit di attenzione e iperattività e disturbi oppositivo - provocatori.

Negli incontri grande attenzione è stata rivolta anche all’aspetto autobiografico. I libri di testo scolastici affrontano l’argomento, nella maggior parte dei casi, chiedendo informazioni dettagliate che un bambino adottato non può necessariamente avere; parliamo di peso alla nascita, fotografie della mamma appena uscita dall’ospedale, una propria foto in culla ecc.
Il dolore che questo compito crea al bambino adottato è grande ma facilmente evitabile. Molte sono infatti le proposte che mirano ad affrontare diversamente l’argomento, molte sono le attività che spostano l’attenzione da dettagli superflui ad aspetti molto più importanti, come la storia personale, il ricordo di un evento in cui si è stati davvero felici o la descrizione di una persona a cui si vuole bene.

Ciò che da questi incontri è apparso evidente, è come non esista un metodo, una lista di istruzioni da seguire. Non esiste la ricetta per una buona adozione.
Abbiamo visto come elementi fondamentali per un bambino possano essere messi in secondo piano per un altro.

L’adozione, la vita del bambino, di vostro figlio, del vostro alunno, è in gran parte legata a ciò che ognuno di voi, nel ruolo che vi compete, è in grado di offrirgli.

A voi genitori: ricordate che la mamma di pancia ha dato la vita a vostro figlio, ma voi potete insegnare a viverla. Siate per i vostri figli una certezza, perché quando il loro mondo non sarà più solo famiglia, è di voi che avranno bisogno. Siate misurati nelle aspettative e abbiate il coraggio di incoraggiare i loro i sogni e non i vostri. Siate luce, braccia su cui contare, siate calore, siate famiglia.

A voi insegnanti: siate consapevoli del ruolo speciale che rivestite, sarete il primo punto di riferimento per il bambino nella società.
Preparate la classe a diventare “magica e ricca”, evidenziando il valore aggiunto che questa acquisirà. Non abbiate paura di rivedere i vostri programmi, non sarà uno sforzo aggiuntivo ma differente. Scoprite e valorizzate le capacità e peculiarità del bambino ed incoraggiatelo nei momenti di difficoltà. Incoraggiate la manifestazione della sua individualità, poiché possa essere fiero di sé stesso, con se stesso e con gli altri.

Siate genitori e insegnanti. Siate forze distinte ma unite, siate due facce di una stessa medaglia, siate le mani che insieme aiutano il bambino a rialzarsi quando cade, siate le mani che lo trattengono dal precipizio. L’unione fa la forza.
L’unione di insegnanti e famiglia fa scuola. La scuola fa vita.


Marta Mini

martedì 7 febbraio 2012

Una carta d'intenti per la scuola

Le partecipanti al corso di formazione "Alunni adottati in classe", in corso di svolgimento a Genova, hanno elaborato i due documenti che trovate qui sotto.
Si tratta di una "carta d'intenti" in due versioni (la prima per la scuola d'infanzia e primaria, la seconda per la secondaria di 1° e 2° grado) che elenca le "attenzioni" che le scuole sensibili alle realtà dell'adozione e dell'affido dovrebbero mettere in atto - a parere di chi ha steso il documento - nei confronti dei loro alunni e delle loro famiglie.
La "carta d'intenti" è stata elaborata da un gruppo misto di insegnanti, genitori adottivi, operatori che a diverso titolo si occupano di adozione. Grazie a questa pluralità di prospettive, pensiamo di essere riuscite a integrare ed esprimere i punti di vista e i bisogni dei diversi soggetti, pur restando all'interno dei vincoli di fattibilità consentiti dalle norme e dalle routines della scuola.
E' nostra intenzione far conoscere la carta d'intenti alle istituzioni scolastiche, in primo luogo a quelle della nostra regione, per vedere quante sono disponibili e pronte a farle proprie, oppure a usarle come traccia per elaborare propri protocolli, che coniughino l'attenzione alle problematiche dell'adozione con lo stile educativo di quella singola scuola scuola.
Non puntiamo infatti all'omologazione dei comportamenti degli insegnanti a partire da documenti calati dall'alto (vedi anche il dibattito sull'argomento che si è sviluppato nei mesi scorsi in questa lista e che trovate a questo link
http://www.webalice.it/livia.botta/adozione/Linee_guida.pdf). Il nostro scopo, attraverso la proposta della carta d'intenti, è piuttosto quello di sensibilizzare le scuole e stimolare la loro riflessione sulla problematica, per favorire cambiamenti che partano dal basso.
Ci piacerebbe poi riuscire ad avere un riscontro dalle scuole, per portarlo a
conoscenza degli insegnanti e delle famiglie attraverso il nostro sito www.adozionescuola.it: Quante/quali scuole hanno fatto propria la carta d'intenti? Quante/quali ne hanno stilato una propria? Con quali contenuti?
Ci interessa un parere di chi segue questo blog sui due documenti: consensi, perplessità, sottolineature, proposte…
Se ne scaturirà un dibattito ricco, i contenuti più interessanti potrebbero andare a costituire un dossier a completamento del documento che invieremo alle scuole, per offrir loro una panoramica più completa dei diversi bisogni e sensibilità.


1 - CARTA D’INTENTI PER SCUOLE DELL’INFANZIA E PRIMARIE

La scuola xxx
consapevole che la presenza di alunni adottati o in affido familiare è un dato strutturale che riguarda l’intero sistema scolastico
s’impegna a:

• curare la sensibilizzazione dei docenti alle problematiche dell’adozione e dell’affido familiare, promuovendo appositi momenti formativi e/o segnalando le proposte provenienti da agenzie esterne;
• istituire la figura di un docente referente (o componente di una commissione specifica: accoglienza, integrazione, ecc.), con competenze sulle problematiche dell’adozione, che si faccia carico di:
 promuovere e facilitare i contatti scuola-famiglia, offrendo nella fase di prima accoglienza un servizio informativo completo sulla scuola (POF, struttura scolastica, conoscenza di alcuni docenti e del mediatore linguistico-interculturale);
 organizzare e gestire, al momento dell’iscrizione, un colloquio conoscitivo con i genitori, senza forzature, riguardante paese di provenienza del bambino, percorso scolastico pregresso, livello di conoscenza della lingua italiana, caratteristiche della personalità e predisposizioni;
 supportare i docenti della classe nella realizzazione di eventuali percorsi didattici personalizzati;
 essere interlocutore nel rapporto con i soggetti (servizi, enti, associazioni) che si occupano di adozione e affido sul territorio;
 monitorare l’andamento dell’inserimento e del percorso formativo durante l’anno;
 curare il passaggio d’informazioni sull’alunno tra i diversi gradi di scuola;
 avere una chiara conoscenza di chi e quanti sono gli alunni adottati o in affido presenti a scuola.

I docenti, consapevoli che le differenze sono una risorsa e che l’inclusione va sostenuta, s’impegnano a:
• proporre attività per sensibilizzare le classi all’accoglienza e alla valorizzazione di ogni individualità;
• facilitare la comunicazione con un ascolto attivo e creare un buon clima di classe in cui ciascun bambino possa sentirsi a proprio agio;
• ampliare in entrambi gli ordini di scuola l’area del gioco e dell’espressione corporea per favorire processi di socializzazione ed espressività;
• fare attenzione nella scelta dei libri di testo e delle letture (narrativa, fiabe tradizionali e moderne, ecc.) al modello di famiglia veicolato e al linguaggio utilizzato;
• creare occasioni, alla portata dei piccoli discenti e con le opportune mediazioni didattiche, per parlare delle diverse tipologie di famiglia esistenti nella società odierna, riferendosi a un concetto di famiglia come legame affettivo e relazionale;
• favorire la partecipazione a laboratori a classi aperte, con regole “morbide” e uso flessibile degli spazi.

Nei confronti degli alunni adottati o in affido presenti in classe, gli insegnanti s’ impegnano a:
• iniziare da subito la collaborazione con la famiglia, mantenendola nel tempo e mostrando disponibilità per colloqui non rigidamente cadenzati dal calendario scolastico, per conoscere a fondo la situazione del bambino, senza forzature e atteggiamenti invadenti e, in itinere, per definire e aggiustare il percorso formativo;
• mantenere in classe un atteggiamento equilibrato, evitando sia di sovraesporre gli alunni adottati o in affido (con attenzioni eccessive, richieste dirette di parlare della loro storia, ecc.), sia di dimenticarne la specificità (proponendo attività e argomenti che implicitamente li escludano);
• creare occasioni in cui gli alunni adottati o in affido si sentano inclusi e, se lo desiderano, possano parlare di sé e della propria cultura d’origine o rappresentare la propria storia attraverso il disegno o altre attività espressive, anche con l’aiuto dei mediatori linguistico-interculturali e/o dei genitori;
• affrontare in modo diverso dal consueto la prima costruzione dei concetti temporali, evitando di proporre attività quali la prima foto, il certificato di nascita, l’albero genealogico, da sostituire con proposte che raggiungano gli stessi obiettivi rispettando e valorizzando la storia personale di ciascuno;
• se necessario, predisporre percorsi didattici personalizzati calibrati sulle esigenze di apprendimento degli alunni, nei limiti di quanto previsto dalla normativa.

Per il primo inserimento e l’accoglienza nella scuola dell’infanzia e primaria di bambini/e adottati/e internazionalmente, la scuola si impegna a:
• valutare attentamente il percorso scolastico pregresso e le informazioni fornite dai genitori per individuare la classe di frequenza appropriata, prendendo a riferimento le indicazioni della cm 24/06;
• prestare attenzione, nella scelta della classe, a evitare la concentrazione di specificità diverse e particolarmente problematiche;
• consentire inserimenti non immediati e/o una riduzione iniziale dell’orario scolastico per privilegiare il consolidamento dei legami familiari;
• dare al bambino la possibilità di familiarizzare con il nuovo ambiente tramite visite alla scuola e incontri con compagni e insegnanti in momenti preliminari all’effettiva frequenza;
• ricorrere ai mediatori linguistico-interculturali per conoscere il contesto linguistico, culturale, scolastico, i modelli educativi, le modalità di comportamento e relazionali del paese d’origine del bambino, le criticità che potrebbero presentarsi nel nuovo contesto, oltre che per facilitare linguisticamente l’inserimento se necessario;
• predisporre percorsi didattici personalizzati calibrati sulle esigenze di apprendimento degli alunni, nei limiti di quanto previsto dalla normativa (dpr 275/99, dl 59/04, cm 24/06);
• garantire azioni di insegnamento intensivo utili a promuovere una buona competenza dell’italiano come lingua di studio;
• monitorare, riconoscere esplicitamente e gratificare i progressi nell’apprendimento e le competenze possedute o acquisite;
• collaborare con i servizi che seguono la famiglia nel post-adozione (legge 476/98), in particolar modo nei casi più complessi.


2 - CARTA D’INTENTI PER SCUOLE SECONDARIE DI 1° E 2° GRADO

La scuola xxx
consapevole che la presenza di alunni adottati o in affido familiare è un dato strutturale che riguarda l’intero sistema scolastico
s’ impegna a:

• curare la sensibilizzazione dei docenti alle problematiche dell’adozionene dell’affido familiare, promuovendo appositi momenti formativi e/o segnalando tempestivamente le proposte provenienti da agenzie esterne;
• istituire la figura di un docente referente, che
 abbia conoscenza di chi e quanti sono gli alunni adottati o in affido presenti a scuola;
 conosca e tenga i contatti con i soggetti (istituzioni, servizi socio-sanitari, agenzie educative, mediatori linguistici-interculturali, ecc.) che a diverso titolo si occupano di adozione e affido sul territorio;
 faccia da tramite se necessario tra famiglie e consigli di classe;
 supporti i docenti che hanno alunni adottati o in affido nelle loro classi segnalando le risorse disponibili (materiali didattici, opportunità di formazione e/o di consulenza, ecc.);
 curi il passaggio di informazioni sull’alunno tra i diversi gradi di scuola.

I docenti, indipendentemente dalla presenza o meno di alunni adottati o in affido nelle loro classi, s’impegnano a:
• fare attenzione, nella scelta dei libri di testo, ai modelli di famiglia presentati e al linguaggio utilizzato, scegliendo i testi più aperti ai diversi modi di “fare famiglia” e al pluralismo culturale di oggi;
• prestare attenzione, nella scelta delle letture e degli argomenti di studio, alle situazioni familiari degli alunni, evitando proposte che potrebbero mettere a disagio o escludere implicitamente qualcuno;
• proporre attività per sensibilizzare le classi all’accoglienza, alla valorizzazione delle diversità, all’inclusione;
• proporre argomenti di studio (a carattere linguistico, storico, sociale, geografico, giuridico, economico) che facciano riferimento ai diversi modelli familiari presenti nella società odierna, alle forme di interdipendenza e mobilità delle persone a livello mondiale, alla convivenza e ibridazione delle culture.

Nei confronti degli alunni adottati o in affido presenti in classe, gli insegnanti si impegnano a:
• mantenere un atteggiamento equilibrato, evitando sia di sovraesporli (con attenzioni eccessive, richieste dirette di parlare della loro storia, ecc.), sia di dimenticare la loro specificità (proponendo attività e argomenti che implicitamente li escludano);
• creare occasioni in cui si sentano inclusi e, se lo desiderano, possano parlare di sé (ad es. riferendosi al concetto di famiglia come legame affettivo e relazionale; stimolando la scrittura autobiografica; sottolineando le pluriappartenenze culturali che caratterizzano la nostra società, ecc.), anche con l’aiuto dei mediatori linguistici-interculturali e con progetti mirati;
• sostenere il loro senso di appartenenza alla classe e lo sviluppo dell’autostima, utilizzando rinforzi positivi;
• mantenere una stretta collaborazione con la famiglia per la definizione e il monitoraggio del percorso formativo;
• se necessario, introdurre elementi di flessibilità e personalizzazione nel piano educativo, nei limiti di quanto consentito dalla normativa vigente e curando la trasmissione delle informazioni al ciclo di studi successivo.

Nel caso di primo inserimento nella scuola secondaria di ragazzi adottati internazionalmente, la scuola si impegna a:
• preparare l’inserimento tramite contatti preventivi con la famiglia, per raccogliere informazioni sulla scolarità pregressa e sugli aspetti personali che i genitori ritengono utili a una comprensione dei comportamenti del figlio e al buon inserimento scolastico;
• ricorrere ai mediatori linguistici-interculturali per conoscere il contesto linguistico, culturale, scolastico, i modelli educativi, le modalità di comportamento e relazionali del paese d’origine dell’alunno, le criticità che potrebbero presentarsi nel nuovo contesto, oltre che per facilitare linguisticamente l’inserimento se necessario;
• valutare attentamente il percorso scolastico pregresso e le informazioni fornite dai genitori per individuare la classe di frequenza appropriata, prendendo a riferimento le indicazioni della cm 24/06;
• prestare attenzione, nella scelta della classe, a evitare la concentrazione di specificità diverse e particolarmente problematiche;
• consentire inserimenti non immediati e/o una riduzione iniziale dell’orario scolastico per privilegiare il consolidamento dei legami familiari;
• dare all’alunno la possibilità di familiarizzare con il nuovo ambiente tramite visite alla scuola e incontri con compagni e insegnanti in momenti preliminari all’effettiva frequenza;
• garantire azioni di insegnamento intensivo utili a promuovere una buona competenza dell’italiano come lingua di studio;
• nel caso di alunni con una carente scolarizzazione pregressa, predisporre un contratto di corresponsabilità tra famiglia, alunno e scuola, da verificare periodicamente, per guidare il graduale processo di adeguamento alle routines scolastiche;
• predisporre percorsi didattici personalizzati calibrati sulle esigenze di apprendimento degli alunni, nei limiti di quanto previsto dalla normativa vigente (dpr 275/99, dl 59/04, cm 24/06);
• monitorare, riconoscere esplicitamente e gratificare i progressi nell’apprendimento e le competenze possedute o acquisite;
• collaborare con i servizi che seguono la famiglia nel post-adozione (legge 476/98), in particolar modo nei casi più complessi.

Livia Botta
www.liviabotta.it
www.adozionescuola.it

lunedì 6 febbraio 2012

"L'adozione nella scuola". Due incontri in provincia di La Spezia

L'Ufficio Scolastico Provinciale, l'ANSAS, l'associazione Genitori Si Diventa e i Distretti Socio Sanitari della provincia di La Spezia promuovono due incontri di sensibilizzazione rivolti a insegnanti, dirigenti scolastici, genitori.
1° incontro a LA SPEZIA mercoledì 8 febbraio dalle 16.00 alle 18.00 presso l'istituto Einaudi, Via Lamarmora 32
2° incontro a SARZANA mercoledì 22 febbraio dalle 16.15 alle 18.30 presso il liceo Parentucelli, piazza Ricchetti.
Programma degli incontri: http://www.irre.liguria.it/progetti/ADOZIONE/AdozioneNellaScuola_volantino_spezia_febbrario2012.pdf

Livia Botta
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www.adozionescuola.it

venerdì 13 gennaio 2012

Incontro sull'adozione per gli insegnanti di Genova Ponente

Giovedì 26 gennaio dalle 16.40 alle 18.40 si svolgerà presso il Circolo Didattico di Genova-Pegli un incontro sull'adozione rivolto agli insegnanti delle scuole del ponente genovese.
I partecipanti riceveranno una copia del vademecum "Alunni adottati in classe".
Programma e scheda di iscrizione all'incontro sul sito www.adozionescuola.it , pagina "Prossimi appuntamenti".

Livia Botta
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