Come insegnante mi è capitato spesso di proporre La
normativa per il BES agli alunni adottati: non a tutti, naturalmente, ma solo a
quelli che presentavano alcune fragilità, in special modo dal punto di vista
linguistico. E’ assolutamente possibile anche ai genitori richiedere che il
proprio figlio sia considerato BES e vengano attuate le misure compensative e
dispensative previste, che saranno oggetto di un mio prossimo intervento.
Occorre per prima cosa parlarne con gli insegnanti, poi scrivere una lettera
indirizzata al Dirigente scolastico (è bene farla protocollare dalla
segreteria) in cui – citando la normativa – si richiede per l’anno scolastico
in corso l’inserimento nei BES a causa delle difficoltà incontrate dal proprio
figlio. Spesso le misure dispensative e compensative possono essere momentanee,
nel giro di qualche mese i bambini e i ragazzi si abituano alle richieste della
nuova scuola. Se così non fosse si può mantenere tale “status” per tutti gli
anni del ciclo, senza che sia eventualmente compromesso l’esame di stato di
terza media e senza che compaia nella documentazione proposta alla scuola
successiva. E’ uno strumento estremamente flessibile, che permette di aiutare i
bambini adottati stando “ai loro tempi”, ma purtroppo a fronte di numerosi
istituti che lo utilizzano ve ne sono altrettanti che non ne conoscono le
potenzialità. In questo caso occorre insistere, è un diritto per gli alunni in
difficoltà. Invito inoltre ad una notevole cura nei rapporti con la scuola, con
colloqui “preventivi” e non “sull’urgenza”, almeno per quanto concerne il
coordinatore della classe.
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