Adozione e Scuola

sabato 9 maggio 2015

ll Piano didattico personalizzato per alunni BES - 2

Proprio per il fatto che i bambini adottati devono essere inseriti in classi adeguate alla loro età, possono presentarsi serie difficoltà per quelli che arrivano in Italia già grandini, talvolta non scolarizzati nel proprio paese di origine. Per questo desidero precisare meglio quanto già inizialmente accennato sui BES, chiarendo in modo più particolareggiato ciò che è possibile richiedere alle scuole in termini di predisposizione di un piano “di accoglienza” per gli alunni adottati (e non solo).
Presento qui una prima parte di quanto ritengo utile sottolineare per i genitori che si trovano per la prima volta di fronte a questa opportunità. Ricordo che anche le famiglie posso rendersi parte attiva nella richiesta di inserire i propri figli nei BES.
Il PDP (piano didattico personalizzato) per l’accoglienza dei BES dovrebbe essere compilato dalle singole scuole in tempi utili perché possa essere messo in pratica, quindi non oltre novembre. In particolare dovrebbe contenere nella parte introduttiva la tipologia del bisogno educativo speciale, l’eventuale diagnosi (assolutamente non obbligatoria nel caso di alunni adottivi), le particolarità emerse. A ciò deve seguire il risultato dell’osservazione sistematica del corpo docente dei punti di forza e di quelli di debolezza nelle aree trasversali principali: per quanto concerne le prestazioni scolastiche la capacità di lettura, di scrittura, di calcolo, la comprensione del testo scritto e del parlato; per quello che riguarda le caratteristiche comportamentali  la collaborazione, la relazione con gli  adulti e con i pari, il rispetto delle regole, la frequenza scolastica, la motivazione e l’organizzazione personale. A ciò dovrebbe seguire una prima osservazione per quanto concerne la conoscenza della lingua italiana, distinguendo in modo chiaro tra comprensione scritta e orale della lingua d’uso e dei linguaggi settoriali specifici per ogni disciplina.
Da ultimo in questa prima parte occorre sia dato spazio alla famiglia, riportandone le osservazioni e – nel nostro caso – quanto emerso durante i colloqui con il referente per gli alunni adottati (o il referente per il disagio, se la figura precedente non fosse ancora stata istituita).  La compilazione di questa prima parte fatta con la dovuta attenzione porta il corpo docente ad una conoscenza approfondita dell’alunno, assolutamente fondamentale in qualsiasi caso, ancor più se si tratta di un ragazzo adottato.
La seconda parte del PDP dovrebbe presentare gli strumenti compensativi e dispensativi che si ritiene opportuno utilizzare per quel ragazzo, in quell’anno, a fronte di una determinata situazione. Sottolineo questo perché è necessario curare che i piani personalizzati siano, appunto, personalizzati sui bisogni specifici e non standardizzati.
Gli strumenti compensativi possono essere: formulari di varie discipline, da poter utilizzare sia nelle prove scritte che in quelle orali: tabelle (ad esempio delle operazioni, o dei verbi, o delle regole grammaticali), schemi riepilogativi, schemi per la produzione scritta, immagini per la comprensione del testo, calcolatrici, libri con testo ridotto, programmi di video-scrittura con correttore ortografico e così via. Tutti i principali editori stanno ormai proponendo libri di testo con strumenti particolari per i BES, sezioni a loro dedicate sia a livello cartaceo che su piattaforme on line. Tali strumenti sono spesso elencati nei risvolti dei libri adottati (!!!) dai docenti, quindi occorre seguire le istruzioni riportate, cercando di sfruttare tutte le opportunità date dalle nuove tecnologie. Inoltre si può richiedere ai docenti se esiste una versione “ridotta” del libro di testo (quasi sempre è così) e chiedere che possa essere utilizzata dai propri figli.
Vedremo in un prossimo post gli strumenti dispensativi e le strategie didattiche utili per poter aiutare i nostri figli (e i nostri alunni) nel modo più adeguato possibile.
Simona Schenone

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