Adozione e Scuola

lunedì 28 novembre 2011

Raccontare l'adozione a scuola

Ho partecipato all'incontro svoltosi il 18 novembre presso la sede della Regione Liguria dal titolo "Strumenti per raccontare l'adozione a scuola". Destinato a genitori adottivi e operatori scolastici, era promosso e organizzato dall'ARAI-Regione Piemonte in collaborazione con la Regione Liguria.
L'incontro è stato molto interessante e coinvolgente sia per gli spunti didattici che ha offerto ai docenti presenti - tante idee, tutte praticabili - sia per le riflessioni sulla narrazione familiare, rivolte particolarmente ai genitori adottivi.
La relatrice, Cinzia Fabrocini, ex docente e mamma adottiva, è psico-pedagogista, lavora a Torino, gestisce per l'ARAI il servizio di consulenza pedagogica creato per i genitori adottivi e per gli insegnanti su aspetti legati all'integrazione scolastica e alla tematica della narrazione familiare nella scuola; ha collaborato con il pedagogista e filosofo Duccio Demetrio, sostenitore della pratica della scrittura autobiografica a scuola e nell'educazione degli adulti.
La relatrice sostiene infatti l'importanza della narrazione della propria storia familiare nella scuola, in quanto rappresenta, con modalità diverse secondo le differenti età degli alunni, un'esperienza formativa fondamentale nel processo di crescita, per sostenere e rafforzare il senso d'identità e di appartenenza, in particolar modo nei minori adottati.
Ma come possiamo trattare la narrazione familiare a scuola, senza che questa costituisca un "terreno minato", fonte di preoccupazione per i genitori e di tensione per i figli? Innanzi tutto è necessario lavorare a tre mani, docenti-alunni-genitori, avendo creato una comunicazione in classe favorevole e avendo instaurato un clima di confidenza e di collaborazione con i genitori. Come? In famiglia creando abitudine a raccontarsi, senza forzature, e predisponendosi alla costruzione di memorie quotidiane, a scuola curando l'accoglienza dei bambini adottati, accettando i tempi diversi del loro inserimento: il tempo del silenzio, dell'ascolto, della raccolta degli indizi, e infine della narrazione di sé; usando un linguaggio "dolce" e "affettivo" per parlare di adozione, evitando un lessico forte e drammatico, abituando gli alunni alla pluralità delle storie - tra queste l'adozione è una storia possibile - e alla pluralità dei modelli familiari.
Infatti, prima della narrazione, bisogna tener conto che esistono tanti modi diversi di essere famiglia, tra questi nuovi modelli esiste e si va estendendo quello della famiglia adottiva; questo tema si può trattare in classe ricorrendo a esperienze didattiche diverse e calibrate sulle diverse età degli alunni.
La relatrice ha illustrato con ampia documentazione interessanti esperienze scolastiche, soprattutto nella scuola elementare e nella materna, rappresentative di una didattica della narrazione.
Tra queste l'esperienza dell'Album Attivo. L'Album è composto da tavole, cartelloni creati da alunni e genitori insieme che documentano le diverse storie familiari, ogni storia ha ovviamente fonti diverse ed eterogenee, foto, disegni, narrazioni, documenti, cartine geografiche ecc. Si lavora a tre mani durante l'anno e alla fine le tavole vengono raccontate e illustrate in classe dagli autori. I bambini si identificano nelle diverse storie descritte e focalizzano l'attenzione non tanto sull'essere famiglia ma sul "divenire" famiglia.
E’ stato messo in evidenza come curare anche a scuola il rapporto con la memoria e la narrazione non è solo un beneficio per gli aspetti emotivi, ma anche per lo sviluppo delle capacità di apprendimento.
La relatrice ha portato infine esempi di narrazione nella scuola materna in cui i docenti partono da due sfondi integratori contrapposti "vicino/lontano" e dalla lettura-drammatizzazione di una fiaba adatta per i suoi contenuti all'esperienza dei bimbi adottivi; inoltre esempi di narrazione in famiglia con i più piccoli, con il "gioco della casetta": la nuova famiglia inizia a narrarsi raccogliendo i ricordi in una casetta di cartone a più piani, ogni piano un pezzetto di memoria familiare, non solo foto ma anche storie, oggetti, disegni.
Non credo di aver stilato un resoconto completo, gli spunti, le riflessioni erano così tante che è impossibile sintetizzare un intreccio così ricco di esperienze e idee legate al binomio scuola-adozione; rimando gli approfondimenti alla lettura dei libri e ad eventuali prossimi incontri.

Maddalena Ronconi

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