Nell'incontro del 20 novembre abbiamo focalizzato meglio uno degli obiettivi di quest'anno: la produzione di un fascicoletto destinato agli insegnanti, una sorta di Vademecum che dia indicazioni e suggerimenti per l'accoglienza e l'integrazione scolastica dei bambini adottati.
Ci siamo confrontati sull'impostazione e i contenuti che una pubblicazione di questo tipo dovrebbe possedere. Abbiamo inoltre analizzato le Linee guida e i Vademecum che siamo riusciti a reperire, individuandone il taglio e i contenuti caratterizzanti. (http://www.webalice.it/livia.botta/incontro201109.pdf)
Cosa è un Vademecum per insegnanti, qual'è la sua funzione?
Un Vademecum per insegnanti non dovrebbe dare indicazioni prescrittive, ma fornire suggerimenti per accompagnare e sostenere il percorso scolastico dei bambini adottati, entrando nel merito della didattica e delle relazioni interne alla classe. Non dovrebbe configurarsi però come un elenco di parole d'ordine valide in ogni caso. Dovrebbe piuttosto offrire indicazioni adattabili dagli insegnanti ai contesti specifici e alla particolare situazione di ciascun bambino adottato.
Altrettanto importante è che la necessaria attenzione mirata alle problematiche dei bambini e ragazzi adottati non implichi porli al centro dell'attenzione o farli diventare un "caso", né che si trasformi in "buonismo". Si tratta cioè di guardare alla problematica con uno sguardo attento ma nello stesso tempo discreto.
Ecco un primo elenco di contenuti che ci sembra importante inserire in un Vademecum:
- il quando e il come (tempi e modalità di accoglienza);
- il rapporto scuola-famiglia;
- l'approccio didattico alla storia personale;
- come parlare a scuola dei diversi contesti familiari;
- invito a privilegiare libri di testo che facciano riferimento a realtà familiari diversificate;
- importante ruolo della scuola nel facilitare il passaggio dal prima al dopo;
- importanza di valorizzare le competenze diverse dei bambini adottati;
- problemi comportamentali e cognitivi che potrebbero presentarsi;
- spazio all'ascolto, senza dare necessariamente risposte;
- non chiedere, ma capire quando i bambini/ragazzi hanno voglia di raccontare;
- spazio al recupero della lingua e cultura d'origine (se vogliono, in adolescenza);
- un docente referente per scuola;
- formazione per insegnanti, finalizzata a modificare atteggiamenti.
Se questi sono i contenuti, in parte mutuabili dalle pubblicazioni esistenti, resta il problema della loro declinazione nei diversi gradi di scuola.
Le Linee guida e i Vademecum esistenti fanno infatti quasi esclusivamente riferimento all'accoglienza dei bambini adottivi nella scuola dell'infanzia o elementare. Contengono pochi cenni sia sull'accoglienza dei bambini più grandi, sia sulle attenzioni necessarie nel prosieguo del percorso scolastico dei ragazzi adottati, al di là della fase d'inserimento.
Sappiamo tuttavia che l'incremento di arrivi di bambini grandi rende sempre più frequenti le situazioni in cui il primo ingresso a scuola avviene negli ultimi anni delle elementari o nella scuola media. L'accoglienza e il successivo percorso scolastico di questi bambini presentano problematiche particolari e richiedono un'attenzione e modalità d'intervento diverse, rispetto a quelle necessarie per un bambino che inizia il suo percorso scolastico nella scuola italiana.
Anche problematiche specifiche che potrebbero presentarsi in adolescenza, con ripercussioni sia sull'ambito relazionale che su quello cognitivo, potrebbero richiedere un'attenzione mirata da parte degli insegnanti.
La presenza nel nostro gruppo di insegnanti di scuola media e di genitori di ragazzi anche più grandi consentirà di prendere in considerazione anche questi aspetti.
LIVIA BOTTA
botta@irre.liguria.it
http://www.psicologia-genova.it/
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