Per quanto concerne l’inserimento dei bambini nelle classi
adeguate alla loro scolarità pregressa, al grado di maturazione e a tutto ciò
che la Dottoressa Botta ha così chiaramente illustrato, devo aggiungere – mio malgrado
– una nota discordante, frutto della mia esperienza come insegnante.
Devo premettere che insegno in un paese del Nord Italia e in
una scuola dove il livello sociale e culturale dei genitori è generalmente elevato,
e questo comporta un positivo interesse degli stessi per il mondo scolastico,
che tuttavia talvolta si può tradurre in una notevole… “ingerenza”.
A tutt’oggi, almeno in certe realtà, nella scuola media il
problema dell’inserimento dei ragazzi appena arrivati è da considerare anche in
relazione alla crescita fisica: ho visto “bambini” di un metro e ottanta con
compagni di classe di prima media, normalmente di bassa statura, e ho percepito
la diffidenza delle mamme… Ho ricevuto lettere isteriche di mamme preoccupate
che le loro bambine dodicenni fossero in classe con un sedicenne (perché la
reale età anagrafica è stata scoperta dopo anni dall’adozione). Sino a quando
la cultura dell’adozione non costituirà un sostrato sul quale costruire una comunità
scolastica davvero accogliente, occorre pragmaticamente tener conto anche di
questo fattore, per non creare attorno al bambino un clima ostile. Mi pesa dire
questo, ma sono anche consapevole che non si possono nascondere i problemi. Ciò nonostante non bisogna perdersi d'animo, e cercare sempre le soluzioni più adeguate, anche con il supporto delle linee guida che in questo senso sono molto precise.
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