Esaurita, col post precedente, l’illustrazione delle Buone
prassi relative all’ambito amministrativo (iscrizione, scelta della classe),
passiamo ora ad analizzare le indicazioni delle Linee d’indirizzo per l’ambito comunicativo-relazionale.
Grande attenzione è data dal documento alla relazione con le
famiglie, soprattutto nella fase di prima accoglienza, e all’istituzione a tale
scopo dei docenti referenti per
l’adozione.
Cominciamo ad analizzare il ruolo e i compiti di questa
figura, che molte scuole hanno già provveduto a nominare (attenzione: le linee
d’indirizzo invitano le scuole a farlo,
senza che ciò costituisca un obbligo!)
Possiamo dire che il ruolo dell’insegnante referente si
esplica in due direzioni: verso l’interno, con funzione di riferimento per gli
insegnanti che hanno alunni adottati nelle loro classi; e verso l’esterno, con
funzione di cerniera tra scuola, famiglia, servizi socio-sanitari del
territorio e altri soggetti che sostengono la famiglia nel post-adozione.
E’ bene dunque che, al momento del primo contatto con la
scuola, i genitori si informino se esiste in essa il referente per l’adozione,
a cui potranno chiedere un colloquio per ricevere informazioni riguardanti
l’organizzazione scolastica, il Piano dell’Offerta Formativa della scuola e i
progetti in esso contenuti, le risorse e gli strumenti disponibili per
facilitare l’inserimento dei minori adottati.
Sempre al docente referente (o al Dirigente scolastico,
nelle scuole in cui questa figura non è stata nominata) andranno comunicate
tutte le informazioni utili per il migliore inserimento del bambino/ragazzo (scelta
dei tempi e della classe d’inserimento).
L’Allegato
1 delle Linee d’indirizzo (Scheda di
raccolta informazioni a integrazione dei moduli d'iscrizione) propone una
scheda di raccolta di informazioni pensata per la scuola primaria, che può
essere utilizzata dai referenti come traccia, e anche dai genitori per avere
un’idea preventiva delle informazioni che è bene comunicare. Se esiste, andrà
anche fornita alla scuola la documentazione relativa alla scolarizzazione
pregressa e l’eventuale valutazione degli operatori dei servizi e/o degli Enti
autorizzati sulla situazione psicoemotiva e cognitiva del bambino
(indispensabile nel caso in cui si richieda la deroga all’iscrizione alla prima
classe della primaria al compimento dei sei anni).
Una volta individuata la classe d’inserimento, sarà
opportuno che il referente, preferibilmente insieme all’insegnante di classe
che fungerà, da ora in avanti, da riferimento per il bambino/ragazzo, raccolga
una serie di altre informazioni utili a prendersi cura dell’alunno nel miglior
modo e a stabilire se vi è la necessità di elaborare un Piano Didattico
Personalizzato (PDP). Anche in questo caso le Linee d’indirizzo hanno un
allegato che può essere utilizzato come traccia (Allegato 2 – Primo colloquio insegnanti-famiglia). E’ preferibile tuttavia
che le informazioni vengano raccolte durante un colloquio libero piuttosto che
in forma di domanda-risposta, e che il referente o l’insegnante di classe provvedano
in un secondo tempo a trascrivere i dati ricavati dall’incontro.
Le informazioni che è opportuno condividere, che possono
variare leggermente a seconda dell’età e della classe d’inserimento (e che
vanno adeguatamente protette trattandosi in gran parte di dati sensibili) sono
le seguenti:
- la storia del bambino precedente l’adozione (le notizie più
importanti, eventuali traumi significativi, la scolarità pregressa se c’è
stata);
- la storia adottiva (da quanto tempo il bambino è in
famiglia, le sue abitudini e i suoi comportamenti più significativi, le
criticità che richiedono attenzione, le situazioni che possono aumentare i suoi
livelli di ansia e le strategie che i genitori usano in questi casi, se il
bambino conosce la sua storia e ne parla spontaneamente;
- l’area delle abilità cognitive e relazionali (grado di
conoscenza della lingua italiana e di quella precedente l’adozione,
abilità/disabilità riscontrate dai genitori in ambito motorio, espressivo e
strumentale, autonomia, modalità di interazione con i coetanei e con gli adulti);
- la rete di riferimento (operatori dei servizi territoriali,
psicologi degli enti, professionisti privati o altre figure che stanno
accompagnando il percorso adottivo, forme di collaborazione attivabili se
necessario).
Se, come ben si comprende, il ruolo di tramite e di
coordinamento del referente nella fase del primo ingresso è fondamentale, tale funzione non si esaurisce in questo periodo inziale, poiché anche nel prosieguo il referente collaborerà a monitorare
l’andamento dell’inserimento e del percorso formativo dell’alunno; curerà,
previo consenso dei genitori, il passaggio di informazioni tra i diversi gradi
di scuola; collaborerà, nei casi più complessi, a mantenere attivi i contatti
con gli operatori che seguono il minore nel post-adozione.
Questi sono i compiti fondamentali del referente nei confronti delle famiglie adottive e dei servizi socio-sanitari del territorio. Vedremo in un prossimo post quali funzione è tenuto ad esplicare in supporto al lavoro dei colleghi.
Livia Botta
LINEE D'INDIRIZZO ALUNNI ADOTTATI
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